Un codice miniato è un manoscritto il cui testo viene impreziosito con decorazioni, ad esempio, capolettera con motivi floreali, bordi e illustrazioni. I più importanti sono quelli decorati con oro e argento. Il processo di miniatura richiede un importante lavoro, anche molto costoso. Infatti, questa tipologia di testi era riservata alle persone facoltose e a testi speciali, come la Bibbia riposta sull’altare. Di seguito, alcune informazioni in più su questi manoscritti e sui materiali utilizzati per realizzarli.
Pelle per codici miniati: quali sono? Cosa si sa di questi codici?
La pelle per i codici miniati, cioè la membrana di origine animale utilizzata come supporto scrittorio per la realizzazione dei codici miniati, era conosciuta con i nomi di pergamena o cartapecora. Questo perché, prima dell’avvento della carta, il materiale utilizzato per la maggior parte di questi codici era la pergamena, ottenuta dalla lavorazione della pelle di animali come pecora, vitello o capra. Tra le più preziose, il vellum, da un’espressione latina che vuol dire “fatta con il vitello”, noto anche pergamena uterina, poiché per la sua realizzazione venivano utilizzati feti o animali nati morti. Questi ultimi solitamente venivano utilizzati per i testi più preziosi. Con l’arrivo del medioevo, la pelle utilizzata per codici miniati venne sostituita con la carta. Il testo veniva trascritto su dei fogli, rilegati e inseriti in copertine chiamate piatti, costituiti da cartoni rigidi, che potevano essere di legno o cartone. Alcuni di essi, venivano poi rivestiti da una copertina in pelle. La miniatura era un lavoro molto complesso che veniva seguito con minuziosa precisione, in quanto sinonimo di sacralità.
Pelle per codici miniati: cosa si sa di questi codici?
La realizzazione di questi codici prevedeva un lavoro attento e complesso, svolto da esperti miniatori, che davano vita a delle vere e proprie opere d’arte. La lavorazione per ottenere la cartapecora, prevedeva l’immersione della pelle da utilizzare all’interno di una vasca con della calce, successivamente si procedeva con la levigazione, così da eliminare eventuali residui di pelo di animale presente sulla pelle, per poi procedere con i successivi passaggi che avrebbero portato al raggiungimento del risultato finale, cioè una membrana liscia, adatta alla scrittura. Una volta ottenuta, questa veniva tagliata così da poterla utilizzare per l’apposito codice a cui era destinata, per poi passare agli amanuensi e ai miniatori. Durante il Medioevo, quindi anche con l’introduzione della carta per i manoscritti portò a aumentare di gran lunga la loro diffusione, tanto da vedere sorgere numerosi scriptoria commerciali, soprattutto all’interno delle grandi città.
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